LA BIODANZA
Biodanza è un intero Universo di conoscenza, una continua e affascinante scoperta di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Biodanza è autentica libertà di espressione: libertà di muoversi con naturalezza seguendo gli stimoli che la musica suggerisce. E’ la sensazione che il nostro corpo manifesti, con assoluta spontaneità, l’emozione provata nel danzare, senza alcun obbligo di seguire schemi, passi preordinati o indotti da stili musicali e mode del momento. E’ la percezione, forse per la prima volta, di poter essere noi stessi, senza preoccuparci del giudizio del facilitatore, che propone l’esercizio (la vivencia), o dei compagni che stanno danzando con noi.
Superare lo stereotipo del movimento, riappropriarsi progressivamente della propria autenticità senza interpretare ruoli o modelli per compiacere gli altri, è uno dei “miracoli” della Biodanza.
Chi si avvicina per la prima volta la descrive così:
“Ascolto la musica, mi muovo, scopro che posso danzare come sento e desidero, sono felice di sentirmi finalmente vivo, capace e libero di esprimermi!”
Questa sensazione favorisce l’autostima e un profondo senso di fiducia e serenità.
Ciò che appare subito totalmente innovativo è l’idea di interagire con la parte “sana” presente dentro di noi, accompagnata dalla convinzione metodologica che “aumentando progressivamente la luce interiore il buio degradi fino a scomparire”.
L’ideatore e creatore della Biodanza è il professor Rolando Mario Toro Araneda, pedagogo, psicologo, antropologo, poeta e pittore nato a Concepción, Cile, il 19 Aprile 1924 e scomparso il 16 Febbraio 2010 a Providencia (Cile); due mesi e tre giorni prima del suo ottantaseiesimo compleanno.
Il nome Biodanza nasce dall’intuizione del suo creatore che desiderava trovare un termine che realmente simboleggiasse l’unità dell’essere umano: la perfetta unione tra l’Eros e la Psiche, tra il corpo e la mente, tra la materia e lo spirito, tra l’agire e il sentire.
Ecco quindi nascere il termine “Biodanza”, dove il prefisso “bio” trova origine dal greco “bios”, che significa “che vive”, e il termine “danza”, ha origine dal francese “danse”, nell’accezione di movimento integrato pieno di senso, di significato. Ecco dunque la nascita della metafora:
“Biodanza: la danza della vita”.
Perché praticare Biodanza?
La profonda crisi esistenziale, sempre più diffusa, del nostro tempo, ha origine da una rovinosa diminuzione della sensibilità nel percepire noi stessi e le nostre reali esigenze ,gli altri e il mondo circostante.
L’uomo che vive nelle città, sommerso dagli obblighi e dai doveri, è sottoposto ad una percezione del tempo alterata dall’accelerazione. Lo stress, nemico invisibile e inesorabile, parte imprescindibile della vita moderna, ha i volti della stanchezza, dell’irritazione, dell’ansia, dell’insonnia e della depressione.
Quale significato ha il nostro modo di vivere veloce, frettoloso e frenetico, così scollegato al nostro autentico sentire? Che qualità ha la nostra vita senza sintonia con i ritmi naturali ed organici? Quando e in che modo abbiamo perso la sensibilità e l’attenzione che ci aiutano a percepire quando abbiamo bisogno di riposare, di muoverci più agilmente o quando abbiamo bisogno di calore e di contatto umano?
Per lungo tempo ci hanno insegnato a privilegiare solo la conoscenza intellettuale e la razionalità, abbiamo perso il legame con la sostanza delle cose, con il cuore degli esseri viventi e con la sua genuina essenza.
“E’ ancora possibile danzare la nostra vita, la nostra unicità, in armonia con gli altri e con l’ambiente, per provare a riequilibrare nel nostro vissuto il rapporto tra natura e cultura e abbandonarci all’ascolto delle nostre percezioni ed emozioni?”
“Si!” Risponde la Biodanza: “con dolce progressività è possibile!”
E’ il tempo di un’inversione di tendenza che restituisca la priorità all’esperienza del corpo ed alla sensibilità.
La Biodanza è un percorso per ritrovare la gioia di vivere, basato sul riconoscimento della sacralità della vita umana, sul valore della ricerca del piacere di vivere, in grado di ribaltare completamente la tendenza della cultura occidentale, radicata sul valore della sofferenza, propensa a riconoscere meriti e rispetto solo sulla quantità e qualità dei sacrifici sostenuti e sopportati.
Non abbiamo solo bisogno di mangiare, dormire, avere denaro ed una bella casa, sono altrettanto indispensabili: amicizia, amore, gioia, calore, intimità, complicità, comprensione, empatia, possibilità di esprimerci e comunicare liberamente.
Nella Biodanza la soddisfazione di questi bisogni primari si realizza grazie alla presenza di un gruppo affettivo e poiché troviamo riscontro positivo alle nostre necessità, emerge una gestualità libera, istintiva, che si manifesta con naturalezza nei nostri movimenti, nelle nostre espressioni spontanee restituendoci gioia di vivere e benessere.
Gli strumenti della Biodanza
Come mai Rolando decise di utilizzare la danza, gli incontri di sguardi, il canto, il gioco, le carezze, come strumenti per favorire il benessere dell’individuo ed attivare in lui un processo evolutivo di crescita, invece, che come in tanti altri sistemi, sfruttare la presa di coscienza della realtà, di ciò che si è, solo attraverso l’uso della parola?
Il motivo è molto semplice è lui stesso nei suoi libri, nelle sue conferenze, nei suoi workshop ne ha spiegato la ragione.
La sola conoscenza razionale, sapere come e perché oggi siamo ciò che siamo o cosa ha influito o contribuito a portarci allo stato attuale, non è sufficiente per indurre il cambiamento, per innescare il processo evolutivo necessario a permetterci di manifestare i nostri talenti, i nostri potenziali nascosti e prendere in mano la nostra vita. E’ indispensabile sperimentare attraverso il corpo, con i nostri sensi, le situazioni che la vita ci propone. Assaporare pienamente le emozioni che emergono dalle danze individuali, di coppia o di gruppo, le sensazioni che nascono dagli incontri con abbracci e dalle tenere carezze scambiate con i compagni, scoprire che il nostro corpo può dare e ricevere piacere, sentirci finalmente capaci, accettati, considerati, valorizzati, amati, contribuisce all’attivazione del processo evolutivo. Sono le esperienze vissute nel nostro corpo e le sensazioni che ne scaturiscono, gli elementi essenziali che consentono di innescare i processi di cambiamento.
Questi stati esperienziali in Biodanza vengono definite “vivencie”, un temine di origine spagnola che potremmo tradurre, approssimativamente, in “esperienza”. E’ il “vissuto” nel “qui ed ora”, ossia una esperienza sperimentata con grande intensità da un individuo nel momento presente capace di produrre effetti emozionali, cenestesici e viscerali. E’ la sensazione intensa di essere vivo ed unico nel “qui e ora”. È l’intuizione dell’istante pienamente vissuto. E’ il momento in cui psiche e corpo si sentono indissolubilmente un’unica entità. Per questo possiamo serenamente affermare che “pur non essendo una terapia, Biodanza ha sicuramente degli effetti terapeutici sugli esseri umani”.
Il Principio Biocentrico
Il Principio Biocentrico è il pensiero filosofico essenziale sul quale si basa l’intero Sistema Biodanza e si ispira all’intuizione di un Universo organizzato in funzione della vita. E’ una proposta di riformulazione dei valori culturali a partire dal rispetto per la vita in ogni sua forma, potenziandola e favorendone l’espressione evolutiva. Il Principio Biocentrico sostiene che tutto ciò che esiste, animato o apparentemente inanimato, partendo dagli elementi chimici, fino agli esseri umani, è parte di un “sistema vivente maggiore”.
“L’Universo esiste perché esiste la vita” e non “La vita esiste perché esiste l’Universo”
(Rolando Toro Araneda)
Questo è il paradigma essenziale della Biodanza.
Sul Principio Biocentrico si basa l’Educazione Biocentrica, un modello educativo che rispetta e stimola lo sviluppo degli istinti che preservano e consentono l’evoluzione della vita, superando le drammatiche dissociazioni fra sviluppo tecnologico ed ecologia, fra lavoro e vocazione personale, fra responsabilità e coscienza etica con cui l’uomo moderno è costretto quotidianamente a confrontarsi. Un’educazione orientata essenzialmente ad una vivencia integrata fra intelligenza cognitiva e intelligenza affettiva utilizzando come mediatore il Sistema Biodanza, introducendolo come materia base all’interno dei programmi educativi tradizionali, aprendo spazi ad una nuova dimensione affettiva e metodologica orientata allo sviluppo della creatività esistenziale.
Se vuoi saperne di più scrivici: info@movimientovivencial.it
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